Dolomiti SuperBike 2018

Alla Dolomiti SuperBike di quest’anno, i partecipanti MBC Trieste sono stati ben undici che si sono dati appuntamento sulla griglia di partenza a Villabassa il sabato mattina del 7 luglio 2018

Daniele Iure, Max Lombardi e Fulvio Pittao per la loro prima partecipazione alla gara dolomitica per eccellenza, hanno preferito iscriversi al percorso breve assieme a Paolo Demichele e a Davide Barini. Alla combricola dei 60km si è unito in extremis anche una “vecchia” conoscenza dell’MBC Trieste: Ciro Barbato.

Sempre all’ultimo minuto si è iscritto anche Davide Pettirosso, direttamente al percorso lungo, assieme ai nostri veterani Dean Kralj, Gigi Lovrinovic e Sandro Bartolich. Piero Boldrini quest’anno ha deciso anche lui di mettersi alla prova sul percorso da 120Km con partenza alle 7:30 del mattino.

I “sessantini” invece hanno avuto il privilegio di partire un pò più tardi, chi alle 8:45 e chi alle 8:55. Nonostante questo, l’ansia pregara ha fatto dormire ben poco durante la notte precedente alla data fatidica.

Dopo un venerdì freddo e nuvoloso che ha scaricato pure un pò d’acqua in mattinata, ha fatto seguito un sabato di gara all’insegna del sole e del bel tempo, con temperature tutto sommato miti e ben presto le giacchette antivento sono state riposte nelle tasche dietro la schiena.

Iure:Era la prima esperienza alla Dolomiti Superbike pertanto non sapevo proprio cosa aspettarmi. La griglia di partenza è stata decisamente emozionante, merito anche dell’ottima organizzazione del comitato di gara che ha reso molto scenografica sia la partenza che l’arrivo con megaschermi, colonne sonore coinvolgenti, elicotteri, insomma… pareva di essere ad una gara di spessore internazionale, anzi, lo era, viste le partecipazioni importanti che hanno visto nomi importanti come Ragnoli, Cadel Evans, Alban Lakata, Leon Paez, insomma si sentiva nell’aria che sarebbe stata un’esperienza segnante e infatti lo è stata.

La partenza a fiume ha creato ben presto ingorghi incredibili con andature a passo di lumaca, ma questo si sapeva. Io e Max, partiti assieme, abbiamo subito iniziato a dribblare più concorrenti possibili e cogliere ogni spiraglio per poter sorpassare un “pò” di gente e guadagnare qualche posizione. Guardando la classifica finale e i parziali alla fine abbiamo superato 770 persone durante tutta la gara! Atleti e non… personaggi di tutti i tipi con bici di tutti i genere, anche tandem e bici elettriche.

Sulla salita di Prato Piazza, sia io che Max abbiamo tenuto il ritmo più congeniale, cercando di controllare i battiti. Abbiamo raggiunto Fulvio, poi Paolo e infine Davide. Ciro lo raggiungeremo appena sulla salita di San Silvestro molto più avanti (ma lui era partito dieci minuti prima di noi).

Allo scollinamento di Prato Piazza, dopo un breve ristoro al volo, finalmente inizia la lunga discesa verso Carbonin e lì ho perso di vista Max che è rimasto un pò indietro, probabilmente fermatosi a mangiare.

Sul lungo tratto mangia e bevi che da Carbonin porta a Dobbiaco, ho visto che stavo inconsciamente calando il ritmo: dai 170bpm stavo andando a 130bpm: eh che cavolo! Siamo pur sempre ad una gara! Giù di pedali…animo su! Ben presto lo sprint di auto-incoraggiamento mi ha portato a raggiungere e superare altri 5 o 6 atleti e il tifo in entrata del paese mi ha dato ancora più carica. Carica che si è subito affievolita alla vista del “muro” che ad un certo punto si parava davanti: è iniziata la seconda lunga salita che porta a San Silvesto. Passo proprio davanti al nostro hotel, scalo un rapporto più agile, sguardo basso e via a cercare un ritmo. Superato il primo tornante sento un inconfondibile gracchiare di gola con ansimi e sputi… Max! Cavolo… mi sta per raggiungere. Cerco di non farmi intimidire per non perdere il ritmo. Vado avanti del mio passo. Scollino assieme a Max: “Ma dove te ieri?” – “Me son fermado al ristoro” – “Bon, dai, xe quasi finida. Manca poco”.

Speravo di poter lascare un pò il ritmo e invece Max a iniziato a tirare sul lungo vallonato che corre in quota in mezzo ai boschi sul fondo che inizia a diventare fangoso. Dopo qualche kilometro ci raggiungono le moto apripista del percorso lungo: “che cavolo vogliono questi?”. Ad un certo punto iniziano due lunghe discese in single track con fondo periglioso e tecnico pieno di radici.

Max è davanti e guida incredibilmente bene. Alle nostre spalle, le moto che cercano in tutti i modi di sorpassare noi e gli altri atleti dietro. Sentiamo: “DESTRA DESTRA!” – “Si…destra stoc@#@o!”. Arrivano un paio di bolidi che, sfrecciando a velocità doppia, ci sorpassano sulla destra letteralmente volando sulle rocce. Un tipo davanti a noi viene agganciato e si ribalta a terra: “TESTA DI CA@#O!” grido. Quei bolidi non erano moto, ma gli Elite del percorso lungo che stavano per giungere al traguardo. Scoprirò di li a poco che probabilmente ho avuto il privilegio di mandare “a quel paese” Samuele Porro o forse Alban Lakata che si stavano contendendo il podio in quegli ultimi metri di gara.

All’ultima discesa prima di entrare in paese e quindi al traguardo, riesco a superare Max ma avevamo già in mente di attuare quanto avevamo già tentato invano alla Slavnik MTB Marathon, cioè tagliare il traguardo insieme, come avevano fatto Dean e Bartolich alla eXtravergine 2017. Tanto… battersi per il merdesimo posto sul filo dei decimi di secondo non aveva senso. Molto meglio rubare la scena della platea e arrivare insieme a braccia alzate tra le grida di ovazione del pubblico. Superiamo il traguardo così, con un centesimo di differenza in 32esima e 33esima posizione di categoria (merdesimi, appunto…) ma tra le lacrime di gioia delle rispettive mogli. Questo si che non ha prezzo! Tant’è che nel dopogara, la mia di moglie mi fa: “El prossimo anno te pol za iscriverte de novo che voio tornar!”… Meglio di così

Davide Pettirosso: “Dopo averla già fatta un paio di volte e vedendo che il martedì antecedente la gara le iscrizioni erano ancora aperte ho deciso di iscrivermi all’ultimo minuto anche perché avendo il weekend libero sarebbe stato un vero peccato perdersela: fisicamente stavo benissimo e la bici anche.

Alla partenza della gara è andato tutto perfetto almeno fino al 15esimo kilometro dove mi si rompe un raggio: è la seconda volta in 2 anni (te son troppo stagno – ndR)

Ignoro consapevolmente l’accaduto e ciò sarà la probabile causa del patatrac di li a poco: subito dopo la Croda Rossa, a metà gara circa, il raggio lasciato libero aggancia deragliatore posteriore e catena e spezza la vite del fissaggio del cambio…roba da non credere!

Un vero peccato perché stavo andando bene e mi ero risparmiato abbastanza in modo da poter finire la gara senza vomitare sui prati del Sudtirol.

Col senno di poi forse avrei dovuto fermarmi subito e risolvere il problema tecnico così forse avrei almeno finito la gara. Peccato.

Comunque è stata una bellissima gita e nonostante tutto anche una bella esperienza

Filvio Pittao: “Che dire… bella esperienza! Gara ricca di fascino…. partenza contratta.

La salita a Prato Piazza lunga interminabile con Iure che mi passa come se stesse facendo un scarichello e Max che si attacca alla mia sella per farsi trainare! Tanto so che alla fine quei 30 minuti me li daranno.

Discesa veloce a oltre 30 di media con le mani che non le sentivo. Carbonin a “fullgas” per poi arrivare alla salita di S.Silvestro su asfalto: dura…molto dura e la fatica nelle gambe si fa sentire.

Alla fine, discesa tecnica e impegnativa con rischio di caduta (subito ripresa!) e finale sotto il traguardo davvero esaltante col tifo della famiglia: “FORZA MBC!”. Passiamo i cancelli dove ci affibbiano la medaglia al collo e poi via a puntare subito le birre. Max, dopo la sesta birra, accortosi di essere ancora stranamente sobrio, accerta il fatto che le birre erano analcoliche. A parte questo fatto imperdonabile, ottima organizzazione!

Grandi emozioni anche il giorno dopo per la gara delle “giovani MBC” dove hanno corso sia mia figlia Ilaria che la figlia di Max, Anna, nelle rispettive categoria “Capra ” e “Capriolo“.

Piero: “La Sudtirol Dolomiti Superbike è una delle mie preferite e ringrazio chi quest’anno mi ha “obbligato” a scegliere il percorso lungo: era giusto così e 120 km con oltre 5000 calorie spese rappresenta il mio nuovo record personale.

Tecnicamente per quanto riguarda il percorso posso dividere la gara in due parti: fino al novantesimo km quasi “facile”, arrivo a Versciaco con quasi 22 di media, gli ultimi 30 invece valgono quasi più dei primi 90…complice anche il fatto che il percorso è stato modificato rispetto le scorse edizioni, infatti la salita da Versciaco ora si fa su uno sterrato infinito al limite dell’aderenza anzichè su asfalto: è giusto così…del resto siamo in mtb non in bdc.

Poi saliscendi faticosi spaccaritmo ed infine l’inferno della salita di San Silvestro che, una volta fatta, mi illudo che sia l’ultima. Invece no! Altri saliscendi per poi “precipitare” verso l’arrivo con una bella discesa tecnica e divertente schivando i concorrenti del percorso corto che gentilmente agevolavano il passaggio.

All’arrivo non si può che essere emozionati. Per me che sono relativamente nuovo in questo sport è un bel traguardo arrivare in maniera dignitosa senza essere sfinito al termine di questa impresa. Grazie a tutti i muli MBC!”

Nome PosCat Tempo
60Km
Daniele Iurissevich 32° M3M 3:10.17
Massimiliano Lombardi 33° M3M 3:10.17
Ciro Barbato 24° H3M 3:20.31
Fulvio Pittao 54° M3M 3:32.20
Paolo Demichele 53° M5M 3:44.01
Davide Barini 65° H4M 4:05.04
119Km
Dean Kralj 36° M4M 6:28.32
Piero Boldrini 70° M4M 6:53.21
Alessandro Bartolich 81° M4M 6:59.50
Egidio Lovinovic 185° M4M 7:58.03
Davide Pettirosso DNF M4M
DSB Junior
Ilaria Pittao 13° K2 4:15.6
Anna Lombardi 14° K1 3:52.3

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