Salzkammergut… si può (parte 10)

Carissimi ben ritrovati, SalzkammerEzio vi saluta calorosamente. I mesi passano e già nell’aria una dolce musica aleggia. Le note si spandono e trasportano un messaggio. GARA!

Le prime date, i primi appuntamenti, e i progetti più a lungo termine si odono in lontananza. Ma a quei appuntamenti non ci vorremmo mica arrivare impreparati vero? Avrei piacere di condividere con voi alcune considerazioni. Come sempre chi è seguito dal suo preparatore eviti la perdita di tempo di questa lettura, che è ad uso di chi invece nutre una qualche curiosità verso il difficile percorso personale della preparazione fai da te. Volevo avventurarmi in una analisi dell’autovalutazione, quella che noi continuamente ci facciamo al fine di dirigere poi gli sforzi degli allenamenti verso il nostro obbiettivo. È già che ci siamo dare un’occhiata al misterioso mondo delle interazioni tra le componenti essenziali o meno che noi prendiamo in considerazione per inserirle nei nostri piani di allenamenti .

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Allora buttate un occhio, ognuno di noi è il punto al centro, con tutto il bagaglio di capacità da allenare e di variabilità da tenere sotto controllo . Il cerchio esterno raffigura la preparazione per la prestazione che noi vorremmo raggiungere, e che vorremmo sia sempre più largo e completo. I raggi corrispondono a decine di opzioni da tenere in considerazione per raggiungere il nostro obbiettivo. Forza, resistenza, alimentazione, recupero, abilità in discesa, aspetto psicologico, mezzo meccanico, ecc ecc. Ognuno di questi è divisibile in sotto categorie, ed ecco che il numero da tenere in considerazione cresce a dismisura. Senza poi parlare dei metodi utilizzati per trattare ogni opzione, spesso bisogna considerare quale sistema  fa’ al caso nostro tra i vari che si conoscono. Già così è un bel dilemma. Bene bene, vediamo come complicare la questione. Date un’occhiata alla Foto 2

Foto 2

I raggi che sostengono la linea della preparazione non sono di eguale lunghezza, e non solo perché ognuno di noi parte con differenti caratteristiche, ma anche perché diamo la preferenza ad una piuttosto che ad un’altra, e per la diversa risposta agli stimoli allenanti delle varie caratteristiche. Forse sarebbe meglio visualizzare in una maniera differente!

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Visto così si intuisce che la preparazione che abbiamo, e quella che vorremmo raggiungere saranno sempre il frutto di una media di fattori. Eccoci arrivati al punto. Delle tre macro categorie, fisico, mentale, e tecnico, che contraddistingue la MTB, divisibili poi in tante altre sottocategorie, quali scegliamo di allenare per modificare una media? E come essere sicuri che riversare magari tanti sforzi e relativo tempo su una non sia peggio che allenarne due o tre molto più piccole che alla fine si ritrovano a lavorare in maniera sinergica producendo ben più grossi risultati?

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Che balle, tanti punti interrogativi e gnanca na risposta!
No, da me neanche una risposta. Perché la risposta è dentro di voi.
Confesso che qualche volta pedalando da solo mi sono sentito un razzo in salita, e un diavolo in discesa, ma poi in compagnia tutto tornava nei limiti, un mattone in salita, è una pippa in discesa, e questo per far capire che umanamente noi tendiamo ad essere buoni con noi stessi, e che facciamo difficoltà ad inquadrare obiettivamente le nostre caratteristiche, specialmente quelle negative, noi di nostro tendiamo ad esaltare quelle positive. E allora che fare? Dobbiamo per forza analizzare con attenzione il nostro modo di guardare, per individuare non tanto gli obbiettivi ma le strade che vi ci conducono ed i metodi da applicare. Ora mi sento buono e vi faccio qualche esempio per meglio comprendere tutti questi giri di parole. Poniamo il caso, che tra le varie caratteristiche che noi vorremmo migliorare vi sia la capacità di scattare sui pedali sviluppando tanta forza in pochissimo tempo per staccare un avversario, o riprenderlo se lui tenta l’allungo, dunque sui pedali dovrò scaricare con le gambe tutta la potenza possibile. Che fare? Allenare gli scatti, facendo scatti. Tot ripetute, per tot volte, con tot recupero, uguale TOT MINUTI di lavoro. Si può fare diversamente? Facendo intervenire altre caratteristiche che sinergicamente esaltino il risultato che si vuole ottenere, con migliori risultati? Penso di sì. Vi spiego. Lo scatto non è il prodotto del solo lavoro delle gambe, ma tutto il corpo viene utilizzato sulla bici per poter imprimere la potenza sui pedali, le gambe sono appiccicate al busto che si regge con le braccia e le mani al manubrio ( ciò el mulo xe trooppo avanti ). Bene una parte importantissima del lavoro viene svolta da quella zona che chiamano core, i vecchi addominali, dorsali, e minuzie varie per capirci, ma avrete già letto del core, e poi ci sono le braccia. Ora se il miglior esercizio coordinativo per lo scatto è lo scatto stesso, partire con un livello più alto di esplosività delle gambe e di tenuta del core e delle braccia vi farà migliorare di più. Due min, più due min di scatti è uguale a risultato 4. Due min scatti , più un min core e braccia, più un min esplosività sulle gambe regala più di 4 in termini di risultato. E sopratutto gli esercizi si possono fare senza la bici, per non mettere fatica su fatica. Certo con degli esercizi giusti, altrimenti si torna indietro quando si allenavano azioni molto complesse spacchettandole nei singoli muscoli che poi non lavoravano bene assieme. Così facendo si riesce a far lavorare una zona in maniera più intensa, è più pronta a sostenere l’urto dello scatto. Volendo fate una prova, tempo necessario max 20min. Trovate una salita decisa su cemento, tipo quella che sale dal casello della ciclabile sopra Bottazzo. Fate 6-8 sparate da 6,max 8 secondi alla max velocità possibile in salita da seduti con 10sec di recupero per ogni sec di esercizio, dunque 60-80sec, una dietro l’altra, poi andate a farvi il vostro giro. Si ma vi dovete impegnare, partite seduti, rapporto duro quanto basta,massima velocità possibile, TIRARE, BAM, BAM. Tranquilli non vi affaticate, non si arriva in 6sec a produrre acido lattico perché è un esercizio anaerobico alattacido e non influenzerà il vostro restante giro.
Qualche sensazione il giorno dopo? La parte degli addominali come sta? Le braccia?Sentite come hanno lavorato? Avete capito a quale intensità dovete far fronte? Non so voi ma  io credevo di avere un core decisamente buono. E no! Poi sono intervenuto a casa con pochi esercizi, ed in pochi minuti. Ora va meglio, ma non solo per gli scatti , ma per ogni singola pedalata, e soprattutto quando sono stanco il livello di tenuta rimane molto buono il che che mi aiuta parecchio. Dunque, intervenendo su una caratteristica che può sembrare relativamente importante, riesco a far fruttare meglio tutti gli altri lavori sulla MTB. Lo so, si sta più tempo a scriverlo ed a leggerlo che a farlo.
Quali altre caratteristiche potreste allenare facilmente con grossi risultati trasversali? Ma allenare, non fare. Fare una discesa in compagnia, o durante un giro, non vuol dire allenarsi per la discesa. E per me che non sono bravo dovrebbe essere un argomento da evitare, invece è una delle caratteristiche dove mi sto impegnando, e dove vedo che lavorare trasversalmente paga. E allora perché non dedicare pochi minuti a cose diverse? E ogni tanto andare in discesa per allenarsi a recuperare? Sapete farlo? Vi viene naturale? O non ci avete mai pensato che in una gara i tratti in discesa dovrebbero servire per recuperare. In gara arrivate a fine discesa con più battiti che in salita? Ecco una maniera differente di vedere le cose, e dunque cosa dovremmo allenare? Forse impuntarsi sulla velocità della discesa non è quel parametro che modificherà sostanzialmente la nostra famosa media. Invece rivalutare gli allenamenti con questa nuovo punto di vista, nel l’ottica del recupero, sì che potrebbe fare la differenza.
Per non parlare poi degli aspetti tecnici della nostra amatissima MTB, non è che ci fissiamo su particolari di scarsa importanza perdendo di vista il cambiamento che farebbe la vera differenza? Ultimamente, chiedendo consigli su di un ipotetico cambiamento sulla bici, un amico vedendo dall’esterno la mia situazione mi ha consigliato bene.- Per quello che fai, il monocorona  non farà tanta differenza, come invece sostituire  la forcella con una più performante.- Poche parole, che però hanno centrato l’obbiettivo. Ho anche sentito discussioni su che tipo di monocorona montare, e poi scoprire che la bici montava ancora le camere d’aria. Avrà avuto i suoi buoni motivi, ma l’esempio calza bene. Poi, lunghi da 6 ore si, ma non parliamo di 5 ripetute da 5 minuti perché non sopporto le tabelle. Santa peppa certe volte siamo di un pigro……
E poi non venite a dire che tanto non interessa, non voglio cambiare, va bene così, azz.. vuole questo. Il dito poi scorre sulla classifica. Dal basso in alto o dall’alto in basso, dipende da voi.
Ora per cambiare argomento farò una cosa che non avevo previsto di fare, tenterò di farvi comperare un attrezzo. Non ho interessi e non sono sponsorizzato, ma ritengo che vista la spesa irrisoria si possa fare. Sto parlando di quel rotolo chiamato foam roller, avete presente? Mi ci sono imbattuto per caso, e acquistato senza crederci tanto, così tanto per provare. Raramente lo faccio. Ma questa volta sono convinto di aver fatto bingo. Questo attrezzo è nato per l’auto massaggio. Un tipo di massaggio chiamato miofasciale, in pratica rotolandoci letteralmente sopra si vanno a ridurre delle situazioni negative nei muscoli. Dopo ho scoperto tramite la lettura di alcune analisi scientifiche che non si tratta di cinesata, ma seppur giovane come ausilio, gli viene già riconosciuto un valore di utilizzo nella fase di recupero, e non nel riscaldamento, o per migliorare la performance, solo nel recupero. Quello che desidereremmo ricevere a fine allenamento, cioè un piacevole massaggio lo potremmo ottenere. Anche qui, come in altri spunti da me scritti, poche decine di secondi per muscolo e vi sentirete molto meglio. Consultate il web per come usarlo, e dopo un paio di prove non lo mollerete più.
Non so se riusciremo a pubblicarlo entro il 31 dicembre, ma nel caso …..
Buon Anno dal vostro amichevole SalzkammerEzio, ci vediamo tra un anno!!

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