XCM Rakalj 2019 e XC Val Cosa 2019

Giornata nera ieri, domenica 24 marzo 2019, per molti di noi ma per fortuna non per tutti visto che qualche grossa soddisfazione ce la siamo portata comunque a casa. Ci riferiamo ovviamente al risultato di categoria conquistato dal nostro Raul Di Ragogna che è salito sul gradino più alto del podio alla XCM Rakalj.

Ma iniziamo con ordine dalla gara del circuito Istarski MTB Kup con partenza e arrivo dal paesino Rakalj in Istria.

Su consiglio dei quattro reduci della passata prima edizione (vedi articolo XCM Rakalj 2018) in 10 ci siamo iscritti quest’anno a questa gara che si percorre tra spiagge e sentieri rivolti verso la costa est dell’Istria tra paesaggi mozzafiato. In una giornata più estiva che primaverile, con temperature che hanno sfiorato i 28°C, solo in 7 ci siamo presentati all’appuntamento all’alba al Pane Quotidiano di Domio, con tre defezioni dell’ultimo minuto. Ci dividiamo in tre macchine visto che ci sono anche i genitori di Raul. Il padre verrà nominato “fotografo ufficiale” della giornata.

La strada fino a Rakalj è lunga: sono quasi 120km. Massimo Minca, in macchina con Dean Kralj e Daniele “Iure” Iurissevich, è attento all’orologio: la chimica non ammette ritardi. Dopo una serata passata tra alambicchi e fornelli a sintetizzare gel-fai-da-te su ricetta del nostro capo stregone ufficiale Ezio “trapezio” Gorella (leggi anche tu le ricette su Giallo Zafferano o più semplicemente, su Salzkammergut… si può (Parte 7) ) Massimo inizia la dieta di soli liquidi tracannando maltodestrine dalle borracce etichettate: “questa xe fino alle 8:00, dopo passo alla borraccia numero due. Queste xe per la gara”.

Ci fermiamo all’autogrill a cambiare euro in kune. Svuotiamo la cassa del povero cristo mezzo addormentato dietro al banco e ci accingiamo a ripartire.

Iure accenna un tentativo di mangiare un panino di fesa di tacchino: “PAZZO! Niente solidi! Solo glucosio a quest’ora!” – “Mauri… cosa fazo? Magno o non magno?” – “Aaaah…. fa quel che te vol. Quell’altro se bruserà el fegato con tutte ste cagade” – “NO! Perché il glucosio non viene assorbito dal fegato! Non hai letto forse gli articoli di Ezio?”. Iure finisce il panino, ma poco convinto: “speremo ben”.

Carichiamo l’iper-eccitato Massimo in macchina, Mauri risale sul furgone con Alessandro Bartolich e Andrea Manzin e ripartiamo alla volta di Rakalj.

Posteggiamo le macchine nei pressi della partenza. C’è già un certo viavai di ciclisti in riscaldamento. Scarichiamo i mezzi e Massimo scopre di aver ricordato bene tutte le borracce… ma di essersi dimenticato le scarpe da bici! “E adesso?”. Il mago Dean risolve tutto, tirando fuori da un cappello a cilindro un paio di scarpe Sidi Carbon di riserva e per giunta della giusta taglia! La giornata è salva e il metabolismo di Massimo può riprendere la sintesi dei carboidrati in tutta tranquillità come da tabella di marcia, in orario.

Facciamo un pò di riscaldamento e poi tutti in griglia. Viene dato lo start con tanto di pistola come nelle gare serie e la marea di ciclisti si invola lungo il “percorso A” da 61Km.

Il dislivello è un’incognita: Garmin dice che saranno 1300m, l’organizzazione ne dichiara 1100. Prendiamo per buona una media di 1200m. Il percorso prevede un primo circuito con discesa e prima grossa salita prima di ritornare nei pressi della partenza. Prosegue con un’altro circuito in riva al mare che termina nuovamente nel centro del paese e poi c’è l’ultima lunga sezione di un’ora e più di pedalata prima di tagliare il traguardo. Sono previste circa 3 ore abbondanti di gara, in base alla forma fisica e alle varie incognite.

Iure termina la sua corsa dopo appena 8Km, lungo la prima discesa pietrosa, urta violentemente il pedale destro su una roccia mandandolo letteralmente in frantumi. Fine dei giochi: si torna all’ovile con le pive nel sacco e pedalando con una gamba sola. Lungo la strada incontra Manzin: “te servi una man?” – “No, tranquillo. Va avanti” – “Ma te dago una man! Me fermo!” – “NO… VA AVANTI TE DIGO” – “Te prego! Famme fermar a ‘iutarte” – “Sparisci!”

Non resta altro che scattare un paio di foto ai compagni durante i vari passaggi in paese. Poco dopo giungerà un altra conoscenza a consegnare il microchip agli organizzatori: è Miran Bole con il copertone lacerato: “non me resta altro che andar a far ripetute qua in zona… ciao”.

Nel frattempo, all’intertempo, passa il treno della testa della corsa. Poco dopo giunge Raul. “Cavolo! Che gamba!”. Dopo un minuto e mezzo circa passa anche Bartolich fresco come una rosa in sella alla sua “full” nuova di pacco. Segue Dean con un altro paio di minuti di distacco.

E Mauri? Dal campo di battaglia giungono notizie che abbia forato a metà della seconda discesa e infatti giunge con un notevole ritardo rispetto alle previsioni. Passa anche Manzin. Ne manca uno all’appello: Massimo. Giungerà di lì a poco in sella alla moto apripista (come passeggero!) con la bici in mano: “ho forato sia il copertone che l’unica camera d’aria”. Un’altra debacle: due gare su due in questa stagione per lo sfortunato Massimo.

Non resta altro che riversarsi nell’unica Konoba del paese, mescolarsi agli alcolizzati locali, elemosinare due Karlovacko fornendo in ostaggio i nostri Garmin in attesa che Dean finisca la gara e ci apra la macchina per prendere il portafoglio e saldare i nostri debiti.

L’ordine di arrivo conferma le nostre aspettative:

Primo Raul con un tempo fenomenale di 2:45:10

Secondo Bartolich, stremato, in 2:52:20: “all’ultima salita mi sono venuti i crampi”.

Terzo Dean in 2:55:35: “Ho fatto più di 45 km di gara completamente solo!”

Quarto Maurizio in 3:13:13. Ha perso quasi 10 minuti a causa della prima foratura. Giunge al traguardo con la ruota completamente a terra: “i ultimi 2km me se ga sgonfiado la gomma… la go guardada: ‘go patido mi, ma adesso te patisi anche ti!’ “.

Quinto Manzin in 3:30:30, in sella alla sua “zastava” nuova fiammante: “bela sta gara! dove xe che me vado a iscriver za per el prossimo anno?”

Resta il tempo per un veloce pasta-party incluso nelle 60 kune (circa 8 euro) dell’iscrizione, assieme alla T-Shirt ricordo. Un applauso a Raul che sale sul gradino più alto del podio di categoria U30.

Partono i consueti aggiornamenti Social: il server di Strava fatica a star dietro al carico di lavoro dei nostri Garmin intenti a sincronizzare le attività. Whatsapp si infiamma con foto e complimenti ai nostri atleti, specialmente per Raul che porta a casa una medaglia, una bozza di vino, un formaggio e una serie di depliant della Suzuki: “guarda ben… non xe che i te ga regalado anche un’auto nelle 60 kune?”


Su Strava appare anche l’attività di Matteo Pagano: “Toh… ma anche Pagano ha finito la gara. Strano che non abbia scritto niente” – “Vol dir che xe andada mal”.

A 240km di distanza, per l’esattezza a Castelnovo del Friuli (PN), si correva infatti la XC val Cosa 2019, gara ACSI organizzata dal Team MTB Zero Asfalto:

“Un caldo che si moriva! Ho notato subito che la mia prestazione non sarebbe stata eccellente già la mattina presto, appena messo piede giù dal letto. Andare a dormire alle 2:00 di notte, dopo aver lavorato, svegliarsi presto per dover fare 120Km di macchina e prepararsi per una gara XC da un’ora a tutta, è stata veramente dura. Dopo un giro di lancio sono partito convinto di fare tre giri su questo bel percorso da Cross Country puro che per un tratto incrocia anche il tracciato della Tiliment. Sarà stato il caldo, la stanchezza, l’asma, tant’è che giunto al secondo giro, ho calato il ritmo non sapendo che quello era l’ultimo giro! Non erano tre giri ma solo due! Ho così perso posizioni inutilmente, passando da un decimo assoluto (ipotizzo) ad un 12esimo assoluto, 7° di categoria. Una vera seccatura. Peccato perché avrei potuto sicuramente fare di meglio anche con la condizione non ideale in cui mi trovavo. Vedo comunque che anche oltre confine, i miei “colleghi” hanno avuto dei disguidi. Giornata nera e che Dio ci protegga tutti“. Amen

Classifica-categorie-3

Una risposta a “XCM Rakalj 2019 e XC Val Cosa 2019”

  1. Bravi per il rappprto, spero che ci vediamo anche a Parenzo per la prossima gara XCM terra rossa.
    P.s. Raklja ha anche la sua versione in italiano, si chiama Castelnuovo dell’Arsia 🙂

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