SalzkammerEzio notizie

Insomma che dire, non ho resistito.
Ben trovati dal vostro umile servitore.
SalzkammerEzio è ritornato.
Innanzitutto sono contento che qualcuno abbia provato piano piano a modificare l’approccio all’alimentazione sotto sforzo, passando alle varie misteriose sostanze, come le maltodestrine, il glucosio, ed addirittura l’isomaltulosio che già come nome spaventa anche Bruce Banner.


Ho sentito che a vari di voi sono servite.
Bene qualche cosa di buono c’è!
Continuiamo.
Volevo raccontarvi di un terribile problema che affligge chi si dedica all’arrampicata. Il delicato e logorante rapporto con le sue scarpette. Queste attraversano tre diversi stadi nella loro vita utile. Nuove, sono strette, e poco sensibili. Non arrampichi bene. Una fase centrale in cui sia tu che lei formate un tutt’uno perfetto, che però dura sempre poco rispetto al valore economico che hanno. È un inevitabile declino della fiducia che in loro riponi, comode fin che vuoi, ma ciabatte da sostituire.
Anche un divano è così. Da nuovo è duro, poi per lunghi anni una favola, alla fine è morto, strafatto, DEVE essere cambiato, anche il fisioterapista te lo fa notare.
La nostra mente no. È peggio di così. Una volta che un’abitudine, o un’idea si è insediata, noi la seguiamo nel suo declino, e ci adattiamo sempre di più ai suoi difetti, difendendoli anche, noi siamo il divano delle nostre abitudini.
Cambiare scarpette all’inizio è doloroso, lo sappiamo, ma lo facciamo perché consci della ricompensa . E chi arrampica lo fa continuamente, magari anche cambiando modello.
Cambiare divano è costoso, ma già lo sai che lo dovrai cambiare un domani, e poi…ogni volta diventa il migliore che tu abbia mai avuto.
Cambiare abitudine…. Più facile spostare una montagna.
Può anche essere leggermente umiliante.
All’improvviso ci si può parare davanti la nostra pigrizia, l’inerzia del – ho sempre fatto così!- Anche se non abbiamo sempre fatto così. Non siamo nati già pieni di abitudini. Quando è nata una nostra abitudine? Non lo sappiamo, non c’è un momento preciso, ma solo un lento adeguarsi. Ma si possono cambiare le abitudini? Si, si può. Con che frequenza bisognerebbe cambiarle? Non così velocemente come con le scarpette, ma neanche tenendole tanto come un divano sfondato. Insomma con un minimo di intraprendenza e curiosità si cambia.
Volevo iniziare così, senza che si offenda nessuno, ma con uno spunto deciso.
Ci sarebbe poi la storia della banana.
Dell’abitudine alla banana. Si sì ti sei abituato alla banana, non sai quando ne perché, hai visto gli altri, hai iniziato, hai continuato, ti sei abituato.
Quel frutto che tutti vorrebbero raddrizzare, o meglio da qualche parte indirizzare, quel frutto che ingombrante e delicato continuiamo a portare a spasso come un amuleto o come un spada che ci difenderà da uno dei cavalieri dell’apocalisse.
Perché c’è la portiamo dietro?
Solo per il gusto? Perché è gialla e se cade nell’erba la ritroviamo subito? Perché costa poco?
Noooo, perché è nutriente! Siii la banana è perfetta per lo sportivo, tanta energia, fa passare la fame e riparti a razzo….Ma sarà veramente così?
No, la banana sta al ciclismo perché è facilmente trasportabile,(anguria?) facilmente sbucciabile,(noce di cocco?) e facilmente masticabile,(i cachi?) e poi lo trovi sempre.
Vediamo cosa c’è di consistente e veramente interessante dentro la buccia di una banana. La buccia si butta, ma state attenti non tutti sanno che impiega anni a distruggersi, rimane là nera, dunque buttatela dove non si vede, altrimenti per tanto tempo fa immondizia.
Ci sono tre cose principalmente nella parte edibile, un sale minerale, fibre, e due amidi. Di interessante in bici niente di più.
C’è potassio, tipo 350mg su una banana media. Ma c’è solo lui di interessante.
Fibre. Un tipo di fibre solubili che assorbono acqua e gonfiano, tipo gli addensanti per cucinare, chiamate pectine.
OK fino ad adesso portiamo con noi una spugna che ci gonfia, sporca di potassio che non fa la differenza.
Però ci sono gli amidi!! Addirittura 2, due super amidi! Si chiamano AMILOSIO e AMILOPECTINA.
Quando la banana è verde c’è tutto AMILOSIO INDIGERIBILE!!! È un amido resistente, c’è  ,ma è indigeribile, 0 energia!
Via via che la banana matura si trasforma in AMILOPECTINA assimilabile!!!
Dunque la banana che a noi serve è quella super matura. Tipo marza.
Si però da matura ha un casino di calorie. Anche no! Una banana 86 kcal co la xe marza. Pari a 21 gr di zucchero. Te se la porti marza? No credo. Allora le kcal sono meno. Facciamo finta che siano 60. Come 15gr di zucchero, 3 bustine del bar nella borraccia.
Bene adesso ogni volta che infili una banana nella tasca, ogni volta che ne  strappi un pezzettino poco maturo dalle mani dei ragazzini ai ristori delle granfondo, ogni volta che la mangi dopo una bella salita, ogni volta che riponi in lei le tue speranze per un pronto recupero di ENERGIA pensa che probabilmente, hai fatto più fatica a trasportarla che quella che lei ti ritorna.
Quando faccio giri lunghi porto sempre 2 banane. Porti quasi 1/2 kg di cosa poi?
Evviva la banana.
Ma aspetta prima di buttare via le banane, non considerarle miracolose, ma senti una cosa interessante. Il loro alto contenuto di potassio è utile per equilibrare il rapporto tra sodio e potassio nel nostro corpo di solito sbilanciato verso il sodio. E allora la puoi mangiare.
Passiamo ad altro.
Già che ci siamo, e che ci hanno rinviato la Slavnik MTB vediamo di buttare altra carne sul fuoco. Sentendo i vari racconti, ho raccolto vari dubbi sulla fase di scarico da adottare prima di una gara importante. Tutti noi vorremmo arrivare all’appuntamento importante al top delle nostre possibilità, in maniera  da consentirci di esprimerci al massimo delle nostre capacità, che sono il frutto sicuramente di tantissimo impegno profuso in allenamenti non sempre piacevoli ma portati avanti con la convinzione che il duro lavoro sarà ripagato.
Gli appuntamenti importanti non sono tanti, e il tempo che noi dedichiamo alla preparazione stempera l’ansia del -faccio bene o faccio male a far così, potrei fare meglio?- Ma arrivano sempre quei, 7- 10 giorni prima della data clou che sono un enigma. Sono pochi, cosa faccio, e se sbaglio?, butto al cesso mesi di lavoro? L’altra volta avevo le gambe spompe, alla partenza parevo di ricotta, non ho ingranato prima di 20 km, e via di seguito.
Effettivamente quei 7-10 giorni sono importanti.
Bene, con un po’ di curiosità mi sono messo a cercare qualche indicazione che andasse oltre ai soliti consigli tipo, riposati, dormi bene, non mangiare troppo perché non serve e non essere ossessionato dalle previsioni meteo. Insomma cercavo qualche dritta interessante. TROVATA!
C’è un metodo più scientifico di altri. Vediamo.
Il periodo di avvicinamento alla competizione viene inteso come un periodo di calo degli stimoli allenanti per permettere un buon recupero, ma allo stesso tempo ci deve far arrivare decisamente…Spumeggianti!
Allora, cosa e come si cala.
La metodologia di scarico che prevede di azzerare ogni forma di stimolo allenante prima di una gara sembra proprio superata. Vediamo.
Da quali parametri è composto un allenamento?
FREQUENZA. Ovvero quante volte mi alleno in una settimana, o in un mese.
VOLUME. Insomma i km, le ripetute, e i metri di dislivello.
INTENSITÀ. 5 volte il tratto in salita da il volume, il tempo che impiego valutato anche il tipo di recupero mi sta indicando l’intensità.
Ecco che allora possiamo intervenire su questi parametri.
Quello che le ultime indicazioni scientifiche dicono e che è solo il volume dei nostri allenamenti che deve calare. Mano a mano che ci avviciniamo alla gara il volume va fatto scendere anche del 60%.
Si può mantenere tranquillamente la stessa FREQUENZA, anzi nella nostra attività, la Mtb, vi è una forte componente tecnica, che va stimolata molto spesso senza temere di stancarsi troppo.
La parte che forse vi sorprenderà è quella riguardante l’INTENSITÀ, ecco, non va fatta calare, anzi, in qualche caso può essere tranquillamente aumentata. Insomma se siamo abituati a fare 10 scatti, ne possiamo fare calando di numero 8…6…4 ma comunque intensi. Anche più intensi, non ci stancheremo, anzi ne trarremo un beneficio.
Visto così il sistema, penso sia difficilmente applicabile da chi fa settimanalmente o poco via delle gare corte, ma potrebbe interessare dopo un opportuno rodaggio chi ha in previsione un appuntamento importante. La preparazione sarà sicuramente più pesante, l’aspettativa decisamente più alta, e il carico sia fisico che psicologico deve essere smaltito molto bene. “Ciò son partì in piena, ma no capiso perché dopo la seconda salita no iera più  bubane.” E no gavevo ha. Maltodestrine, glucosio, scarico COSSSSA!!
Se fossi in voi, un pensierino lo farei.
Per adesso basta così, penso siano due SalzkammerEzio notizie abbastanza particolari, e vi rimando alle prossime dandovi il tempo di incuriosirvi.
A presto dal vostro curioso SalzkammerEzio.

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